“Doppia ricorrenza nella Giornata di studi in Brasile dedicata a Emil Cioran” Rodrigo MENEZES

ORIZZONTI CULTURALI ITALO-ROMENI, n. 12, dicembre 2019, anno IX

Il 27 novembre 2019 si è svolta all’Università Federale di ABC [1] (UFABC) la «Jornada Acadêmica – 70 anos do Précis de Décomposition» (Breviário de Decomposição), un miniconvegno organizzato per dibattere l’attualità e l’importanza del Sommario di Decomposizione in occasione dell’anniversario dei 70 anni dalla pubblicazione in Francia di questo libro che è uno spartiacque dell’opera cioraniana nel suo insieme, il primo libro scritto da Cioran in lingua francese.

Nell’ambito della ricezione dell’opera di Cioran in lingua portoghese, e più specificatamente nel contesto sudamericano e brasiliano (questo néant sud-américain, «nulla sudamericano», secondo Cioran [2]), l’anniversario dei 70 anni di viva decomposizione del Précis di Cioran, libro perenne, coincide con l’anniversario dei 30 anni dalla sua prima edizione in portoghese: Breviário de decomposição (Rio de Janeiro, Rocco, 1989), tradotto dal filosofo, traduttore e amico di Cioran, José Thomaz Brum, invitato d’onore dell’evento. Nello stesso anno del crollo del Muro di Berlino, che simboleggiava la fine della Guerra Fredda (ma non della Storia), noi ricevevamo in dono il nostro Breviário, che dava inizio al suo romanzo di decomposizione in terra brasiliana.

I lavori della giornata accademica sono stati suddivisi in due sessioni, una al mattino e l’altra alla sera, più la sessione speciale di chiusura: la conferenza del professor José Thomaz Brum. Nella sessione mattutina, Paulo Jonas Lima Piva (UFABC) ha parlato del rapporto tra vita e opera (prendendo spunto proprio dal Sommario di Decomposizione) di Cioran. Secondo Piva è importante avvicinarsi con sobrietà al fenomeno-Cioran, così suscettibile a semplificazioni, stereotipi e mistificazioni. Così si spiega il titolo provocatorio dato alla sua conferenza: «Cioran, la biografia di un personaggio».

È stato poi il turno di Rodrigo Adriano Machado (PUC-SP), autore di una monografia sulla nozione della caduta nel Tempo in Cioran, argomento scelto per il suo Master in Filosofia, che ha proposto una doppia riflessione sull’esercizio filosofico negativo dell’autore del Sommario di Decomposizione, in rapporto all’imperativo di fare una lettura attiva e intuitiva di questo pensatore e scrittore fragmentiste, e in modo particolare di un libro come il Sommario.

La terza conferenza del mattino, sostenuta da Gregory Augusto Carvalho (UFABC), si è sviluppata intorno a una questione molto importante nell’insieme dell’opera di Cioran, già affiorata nel Sommario di Decomposizione, e che costituirà l’asse tematico centrale di Storia e Utopia (1960): «La Storia universale come storia del Male: dogma, fanatismo e storia nel Sommario di Cioran».

L’ultima conferenza del mattino, presentata da Juan Pablo Enos Santana Santos (Università di São Judas Tadeu) verteva attorno a un tema poco osservato, e sottovalutato nella costellazione tematica dell’opera cioraniana: «L’amore come parossismo generatore d’illusioni». Secondo il giovane esegeta e studente di filosofia, ci sarebbe una continuità sotterranea dell’Eros nell’opera di Cioran, dagli scritti rumeni della giovinezza (soprattutto Cartea amăgirilor [3]) fino alla produzione francese, da cui l’entusiasmo discreto, come il sorriso dell’Auriga di Delfi, nonostante che l’autore del Sommario di Decomposizione tratti in modo cinico il tema dell’amore.

La sessione serale ha avuto tre conferenze. La prima, di Rodrigo Inácio Ribeiro Sá Menezes (PUC-SP), ha proposto una riflessione – a partire da un testo di Verena von der Heyden-Rynsch [4] – sul Sommario di Decomposizione come un libro «pericoloso ed essenziale». Occorre riconoscere l’indubbio valore filosofico, poetico, spirituale, di questo libro vertiginoso e sconvolgente, il cui proposito non è istruire, edificare, ma piuttosto turbare, commuovere, sconvolgere, «svegliare».

Di seguito, Rafael Augusto de Assis (UMESP/UFABC) ha affrontato il tema della «prostituzione come pedagogia», a partire dall’aforisma del Sommario intitolato «Filosofia e prostituzione». Secondo il professore – che aveva raccolto interviste a donne anziane del centro di San Paolo che, per sopravvivere nella miseria e nella marginalità, si prostituiscono –, non c’è nulla di più pertinente come le riflessioni di Cioran a proposito della prostituzione intesa come una «accademia ambulante di lucidità». E ha citato il caso di una povera anziana, prostituta, a cui aveva chiesto quale fosse il suo «vero nome»; la reazione della donna alla domanda è stata una sonora risata, una risposta, ironica e amara: «Il mio «vero nome»? Qualunque nome va bene, quello che il cliente preferisce, quello è il mio “vero nome”…».

In chiusura della sessione serale, Flamarion Caldeira Ramos (UFABC) ha proposto una riflessione intertestuale e dialettica: «1949-2019 – Cioran, Camus e Brasile in decomposizione», a proposito della coincidenza di date, ossia, la pubblicazione del Précis de Décomposition e il viaggio dell’autore del Mito di Sisifo in Brasile, la cui mentalità culturale «colonnellista» [5], reazionaria e autoritaria non era piaciuta a Cioran. Flamarion è partito da questa coincidenza bio-bibliografica per proporre una riflessione critica sulla realtà attuale del Brasile, in piena decomposizione tanatopolitica, parafrasando Cioran: «Mi si offra un altro paese – o soccomberò.» [6]

Infine, a coronazione di una giornata esclusivamente cioraniana, dedicata a un piccolo libro singolare, sconvolgente, stranamente salutare, rigenerante di questa «tentazione di esistere», il professor José Thomaz Brum nella sua conferenza ci ha parlato dell’amicizia con Cioran, che gli fu presentato da Clément Rosset, il suo relatore di tesi di dottorato in Francia (su Schopenhauer e Nietzsche [7]), e anche sulla sfida di tradurre Cioran, che ha seguito attentamente il processo della traduzione, dandogli suggerimenti. Brum ha demistificato tutta una serie di pregiudizi e cliché che circolano intorno a Cioran, evidenziando la complessità e la profondità dell’opera, allergica a ogni classificazione, alle categorizzazioni e alle etichette, e allo stesso tempo il contrasto tra una opera conturbante e una personalità amichevole, sensibile e solidaria. Brum – che è stato omaggiato, insieme a Cioran, per l’anniversario dei 30 anni della prima traduzione del Précis al portoghese – ha letto una lettera inviatagli da Cioran. In essa, il Nostro accoglie con favore la scelta del traduttore, contento del titolo in portoghese: «Breviário de decomposição», analogo all’anteriore scelta fatta da Fernando Savater, «Breviario de podredumbre» – però mantenendo il sostantivo originale del titolo francese, décomposition, «decomposição».

Ça me plaît, notre «decomposição» (in portoghese, nell’originale), scrive Cioran nella lettera a Brum. «Breviário de decomposição», c’est un titre qui a un charme fatal, conclude il Nostro.

L’evento è stato co-organizzato dal Portale E.M.Cioran/Brasile in partenariato con il Dipartimento di Filosofia della UFABC, e in particolar modo con il professore Flamarion Caldeira Ramos, la cui iniziativa e diligenza hanno reso possibile la realizzazione di questo evento. 

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